Sabrina Manfredi (Viterbo, 1963) inizia il proprio percorso fotografico nel 1986, interessandosi alla quotidianitĂ e utilizzando prevalentemente il bianco e nero.
Nel 1991 progetta e realizza una serie di immagini dedicate al tema dellâacqua confluite poi nella mostra âSegni dâacquaâ.
Successivamente ha ripreso lâesplorazione del quotidiano con una serie intitolata âLo sguardo sulle piccole coseâ, dove lâattenzione si sposta su soggetti semplici e apparentemente senza significato.
Si è poi dedicata agli archetipi femminili (“Atena e le altre”) e, piĂš di recente, alle opportunitĂ di innovazione creativa nel riutilizzo dei prodotti di scarto e dei rifiuti (“Trashed”).
Ă co-fondatrice di sguar(di)versi, progetto collaborativo che coinvolge un gruppo di fotografi, scrittori, artisti e performer nel confronto e nella condivisione di esperienze e lavori. Il progetto è nato ufficialmente nel dicembre del 2005 con una prima mostra collettiva al Palazzo Orsini di Bomarzo (“Sguardi diversi – Sei fotografi per sei fotografie”) e, da allora, il gruppo è impegnato in una continua ricerca sul mezzo fotografico che si apre alla collaborazione e alla contaminazione con altre forme espressive.
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“San Sebastiano, guerriero e poi martire, è stato la mia fonte di ispirazione per ritrarre un tipo di uomo. Al di lĂ dellâiconografia classica, in corpo e spirito, ho chiesto ai miei modelli di interpretare il ruolo di una nuova figura di martire.
Prescindendo dallâaspetto religioso, pur con riferimenti simbolici alla tradizione, ho cercato di creare delle âtavoleâ moderne mescolando classico e contemporaneo, per tracciare i segni del disagio e della sofferenza dellâoggi”.
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Pagina aggiornata il 28/10/2023