Al via il 29 aprile il Festival Nazionale di Teatro Alberto Corinti
2 Maggio 2023
Dal 29 aprile al 27 maggio, al Teatro dell’Unione, il Festival Nazionale di Teatro Alberto Corinti. Il progetto dell’Associazione Culturale Villanova Aps e del Comune di Viterbo, realizzato in collaborazione con Astarte, in sinergia con ATCL Circuito Multidisciplinare del Lazio e con il patrocinio della UILT (Unione Italiana Libero Teatro), è stato presentato questa mattina nel foyer del Teatro Unione. Sono intervenuti per l’occasione il vice sindaco e assessore alla cultura e all’educazione Alfonso Antoniozzi, l’assessore alle politiche sociali Patrizia Notaristefano, l’amministratore delegato di Atcl Luca Fornari, il presidente dell’associazione culturale Villanova, direttore artistico del festival e responsabile provinciale Unione Italiana Libero Teatro (UILT) Angelo Felice Frateiacci, il vice presidente dell’associazione Astarte, regista, responsabile del programma di teatro sociale Paolo Manganiello, lo psichiatra e direttore sanitario San Raffaele Viterbo Piergiorgio Guidorzi. Presenti anche Stefania Zuccari, presidente Unione italiana Libero Teatro del Lazio, Chiara Palumbo, regista e presidente associazione Astarte e Graziella Fiorucci, presidente associazione Amici di Galiana.
“Poter annunciare alla città la nascita del Festival Nazionale di Teatro “Alberto Corinti” è per me motivo di grande gioia per una serie di eccellenti motivi – ha sottolineato con un pizzico di emozione l’assessore Alfonso Antoniozzi -. Il primo: tornare a raccontare alla città che tra i suoi figli è esistito Alberto Corinti, pioniere del teatro amatoriale viterbese e fiero avversario di un certo, errato, comune sentire per cui unicamente il teatro fatto da professionisti avrebbe i titoli per fregiarsi di un ipotetico bollino di qualità. Il secondo: porre la prima pietra di un festival che mi auguro possa diventare uno degli appuntamenti fissi della vita culturale cittadina e, perché no, nazionale. Il terzo: affermare una volta per sempre con decisione che, per parafrasare Gertrude Stein, “il teatro è il teatro è il teatro”; non esiste un teatro professionale, amatoriale, sociale e via discorrendo. Il teatro non ama gli aggettivi, è una forma di espressione sociale tra le più antiche di cui l’uomo abbia sentito l’esigenza, che sospende l’incredulità per un tempo finito e racconta storie perché il pubblico (ma anche l’attore) possa conoscere, riconoscersi, sviluppare una coscienza critica e – certamente – anche divertirsi. Infine l’affetto personale e l’inestinguibile debito di riconoscenza per Alberto, che ebbe la pazienza di ricevere un ragazzino che sognava di fare del teatro il suo mestiere e la bontà di dirgli, con quell’indimenticabile burbera bonarietà che gli era propria: – vai avanti, ce la puoi fare”. Alle parole dell’assessore Antoniozzi sono seguite quelle dell’assessore Patrizia Notaristefano, che ha aggiunto: “Un festival di straordinaria importanza, che ricorda e riconosce il valore di un nostro amato concittadino. Alberto Corinti ha lasciato un segno importante e la grande partecipazione a questa presentazione ne è già una prova. Il teatro è teatro, è cultura, è bellezza, è crescita. Per tutti. Per chi sta sul palco, per chi sta dietro le quinte, e per il pubblico che assiste. Grazie a tutti gli organizzatori”.
Alberto Corinti, classe 1929, è stato attore e promotore della cultura teatrale viterbese: dopo un periodo di appartenenza al gruppo “Il Camino”, fonda il Gruppo d’Arte Drammatica “Le Maschere”, di cui diviene direttore artistico, portando in scena con Quirino Galli alla regia spettacoli d’avanguardia per tutti gli anni ’60.
Nel 1979, grazie alla possibilità di poter disporre di uno spazio teatrale a Villanova (reso disponibile dal parroco don Armando Marini), nasce il gruppo che nel 1982 si costituisce formalmente come associazione compagnia teatrale “I Giovani”, che continua tutt’oggi la sua attività.
Angelo Felice Frateiacci, ideatore del Festival, lo ricorda come “uno studioso e rispettoso del testo, autorevole nel lavoro degli attori, esigente nel richiedere l’impegno di tutti, attento alle regole del teatro perché convinto che si possa fare teatro per ragioni diverse e a livelli diversi, fermo restando la qualità della realizzazione. Pretendeva professionalità pur nella partecipazione “amatoriale” di noi giovani attori e, per questo motivo a volte poteva apparire severo nel suo ruolo durante l’allestimento dello spettacolo. Poi, in realtà, era il suo sorriso contagioso che smentiva il rigore dell’atteggiamento registico.”
Il Festival è stato realizzato con la collaborazione di Astarte. Un’associazione che vuole da un lato promuovere la cultura teatrale attraverso la pratica del “fare” e del “vedere”, organizzando laboratori e corsi a vari livelli, inserendo anche momenti di formazione teorica e di didattica della visione; dall’altro lato è impegnata a progettare percorsi di formazione più specificamente afferenti al teatro sociale. Nello specifico si occupa di programmare e seguire gruppi e associazioni che si prendono cura di persone diversamente abili o con disagio mentale, offrendo percorsi di formazione, il più delle volte, finalizzati a spettacoli e performance teatrali.
Nel dettaglio, questa prima edizione del Festival – che prenderà il via il 29 aprile e terminerà il 27 maggio – prevede sette spettacoli, un seminario presso il Teatro dell’Unione e un incontro/dibattito presso il foyer dello stesso teatro.
Un mese di eventi in cui saranno coinvolte numerose compagnie provenienti da tutta Italia.
Si inizia sabato 29 aprile alle ore 21.00 con un classico della comicità: Uomo e galantuomo di Eduardo De Filippo, presentato dalla compagnia Teatro dei Dioscuri di Campagna (Salerno).
Una delle primissime commedie di Eduardo, narra le vicende di una scalcinata compagnia teatrale che si trova ospitata in un albergo. Quindi teatro nel teatro. La messinscena gioca sul sottile filo che separa realtà e finzione, passando attraverso la pazzia, tra momenti di gag e momenti di sospensione drammatica. Con questo lavoro la compagnia si è classificata come migliore spettacolo alla 73° edizione del Festival Nazionale d’Arte Drammatica di Pesaro nel 2019.
Venerdì 5 maggio alle ore 17.00 nel foyer del Teatro dell’Unione ci sarà l’incontro – dibattito Teatro: il gioco della terapia per approfondire con esperti del settore la realtà e le prospettive artistiche e terapeutiche del teatro sociale integrato. L’incontro sarà a cura di Paolo Manganiello e sarà ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. A Viterbo, come in altre realtà, da anni ha preso sempre più piede un’importante proposta culturale e artistica che vede impegnati operatori, registi, docenti ed allievi provenienti dalle più diverse esperienze di vita, in alcuni casi difficili, in altre tragiche. Si tratta del teatro sociale, denominazione quanto mai generica – talvolta abusata – ma peculiare rispetto a questo genere di iniziative. L’incontro sul teatro come terapia socio-riabilitativa è l’occasione per parlare di questa particolare pratica, da vari punti di vista. È anche una nuova opportunità. A Viterbo infatti per la prima volta si parla di questa pratica non solo tra addetti ai lavori ma con il pubblico e con tutti gli interessati a questo tema. È un punto di partenza in una città dimostratasi assai sensibile a questo argomento e molto attiva in questo ambito. Lo scopo è quello di fare il punto sul teatro integrato (socio-riabilitativo) come branca del teatro sociale, soprattutto per quanto riguarda la città di Viterbo: quali sono le novità, le proposte e le prospettive, in un’ottica di collaborazione e scambio tra le diverse realtà e professionalità coinvolte. Parteciperanno tutti coloro che a vario titolo prendono parte a percorsi, proposte e progetti in ambito di teatro socio-riabilitativo.
Presenta l’evento l’assessore alla Cultura e vicesindaco del Comune di Viterbo: M° Alfonso Antoniozzi. Coordinano il prof. Roberto Alessandrini (Antropologo, docente di Ermeneutica pedagogica) insieme a Paolo Manganiello (Regista, docente, pedagogo, studioso di teatro sociale). Con interventi di Chiara Palumbo (Regista, operatrice teatrale Associazione Astarte), Graziella Fiorucci (Ass. Amici di Galiana), del dott. Piergiorgio Guidorzi (Direttore Sanitario del San Raffaele Viterbo), del dott. Ermanno Gioacchini (Dirigente Medico e Responsabile Sanitario SR Villa Adriana, responsabile del Progetto Teatro terapeutico della UILT (Unione Italiana Libero Teatro), della prof.ssa Elena Mozzetta (Regista, musicista pedagoga), di Francesco Cerra (regista e direttore dell’Associazione Tetraedro di Viterbo), del dott. Marco Marcelli (direttore UOC neuropsichiatria infantile della ASL di Viterbo), Massimo Corinti (Associazione Culturale Villanova) ed Elda Martinelli (Regista, pedagoga, specializzata in teatro-ragazzi | Ass. Teatro di Carta).
Sabato 6 maggio alle ore 21.00 ritorna la prosa con la compagnia cremonese Qu.Em. Andrà in scena il dramma Gli altri, una riflessione sulla persistente vitalità delle tante forme di intolleranza e discriminazione in cui i vari protagonisti sono, ogni volta, un uomo e una donna qualunque; non hanno colpe, ma qualcuno (o la società) ha deciso che non sono degni di vivere e scegliere liberamente la loro vita. Lo spettacolo è stato rappresentato per la prima volta a Marche-en-Famenne (Belgio) durante la 12a edizione delle Estivades, uno dei più prestigiosi festival mondiali, organizzato dal CIFTA, il comitato delle federazioni di teatro amatoriale di tradizione neolatina, tra Europa, Africa e Canada. La messinscena utilizza vari strumenti multimediali (video, musica e immagini).
Giovedì 11 maggio dalle ore 16.30 alle ore 18.30 Chiara Palumbo e Paolo Manganiello dell’Associazione Astarte terranno un seminario-laboratorio aperto di teatro integrato.
Il laboratorio prevede un pomeriggio di “gioco” e di scambio sul palcoscenico del teatro Unione, aperto al pubblico. Una serie di esercizi e di scambi presi in prestito dalle pratiche, tecniche e metodologie utilizzate a teatro, per giocare con tutti coloro che vorranno provare questa particolare esperienza insieme agli “attori” della compagnia Integramente di Viterbo.
La compagnia si compone di persone con diversa abilità, di volontari e di utenti di diverse associazioni e centri di riabilitazione. Un gruppo integrato numeroso che da anni svolge attività laboratoriali afferenti alle pratiche teatrali e sceniche.
Per un paio d’ore, chi vorrà, potrà fare esperienza di laboratorio integrato, dunque, su un vero e prestigioso palcoscenico, senza timidezza e senza pregiudizi. Due ore di impegno e di svago per giocare insieme a persone che conoscono ormai bene il teatro, ma che hanno estremo bisogno di confronto e di accoglimento. Il tutto accompagnato da una prospettiva socio-educativa.
Il laboratorio è gratuito per un massimo di 20 partecipanti. Per iscriversi è necessario inviare una email a teatrounioneviterbo@gmail.com entro il 4 maggio.
La compagnia Teatro Finestra di Aprilia (Latina) sabato 13 maggio alle ore 21.00 porterà in scena Tango, di Francesca Zanni. Teatro denuncia di grande impatto emotivo. Un atto unico che ci parla dei desaparecidos argentini e dei figli rubati. Un uomo e una donna raccontano la loro storia senza mai parlarsi direttamente. Sono storie che si raccontano su due piani storici differenti ma fanno parte della stessa storia. La forza della giovinezza, l’orrore per la perdita dell’identità e la passione per il tango.
Venerdì 19 maggio alle ore 21.00 la Compagnia Gruppo PEGASO diretta da Chiara Palumbo presenta Follia. “Genio e follia hanno qualcosa in comune: entrambi vivono in un mondo diverso da quello che esiste per gli altri.” Metti un teatro, dove tutto può esistere, anche “un mondo diverso da quello che esiste per gli altri”. Metti una performance che non è solo intrattenimento o solo divertimento. Metti uno spazio scenico che serve ad esaltare il senso di ciò che si vuole raccontare, il messaggio che si vuole lasciare. Metti un racconto che si ispira alla Follia. Follia… ma di quale Follia stiamo parlando? Mancanza di senno, stoltezza, sconsideratezza? No. Nessuna avventatezza salirà sul palco, bensì una Follia che… “merita i suoi applausi”.
Sabato 20 maggio alle ore 21.00 è il turno della compagnia viterbese I Giovani con Un’aria di famiglia, un testo di Agnès Jaoui e Jean Pierre Bacri. Una commedia dal sapore agrodolce. La famiglia Menardi conserva l’abitudine di andare tutti i venerdì della settimana a cena al solito ristorante. Questa volta un inatteso fuori programma blocca tutti nel locale di Enrico. Costretti a rimanere tutti insieme nel locale, i membri della famiglia cominciano un lento, inesorabile esame che disvela le mai sopite ruvide relazioni familiari.
Venerdì 26 maggio alle ore 21.00 la Compagnia Integramente diretta da Paolo Manganiello presenta Chiusi Fuori. L’evento è realizzato grazie alle associazioni Astarte e Amici di Galiana, e grazie al patrocinio e alla partecipazione degli ospiti del San Raffaele di Viterbo.
Lo spettacolo è un tentativo. Un tentativo di apertura in una “finestra illuminata” che ha nome di palcoscenico. Un “gioco” necessario. Qualcosa che si distacca fortemente da tutto ciò che è semplice spettacolo, che attiene maggiormente ad un esercizio di ricerca e di approfondimento su ciò che è più prossimo al teatro in senso stretto. Un pensiero urgente più da sentire che da guardare. Prossimo alla ritualità che il teatro suggerisce. Non c’è una storia, ma ci sono tante storie, individuali, che diventano, per un breve segmento di tempo, plurali. I singoli elementi infatti si fondono per dar vita ad un evento creativo complesso che supera in qualità e potenza la somma degli elementi che lo compongono. Non ci sono (troppe) battute. Le parole sono al servizio delle suggestioni stimolate. Ogni vocabolo infatti abbozza il tentativo di riportare alla razionalità, le sensazioni espresse soffocano qualsiasi tentativo di verbalizzare i pensieri. Un breve percorso nel silenzio, il cui tempo è scandito dai ritmi della musica e dai passi confusi di chi tenta di marcare la propria presenza. Un breve sospiro, e tutto resta sospeso, in attesa, forse, del buio.
Sabato 27 maggio alle ore 21.00 sarà la volta di Tre sull’altalena, presentato dalla Compagnia Ronzinante di Merate (Lecco). Una delle commedie più conosciute e rappresentate di Luigi Lunari. Tre uomini: un commendatore, un capitano dell’esercito e un professore si trovano nello stesso luogo per tre ragioni diverse; il commendatore per un incontro galante, il capitano per trattare un acquisto di materiale bellico, il professore per ritirare un pacchetto. Ma cos’è esattamente quel luogo? È possibile che tutti e tre abbiano avuto l’indirizzo sbagliato? La strana situazione accresce il mistero quando i tre uomini, pur volendo, non possono uscire dalla stanza. Ne risulta un dialogo umoristico centrato sui temi importanti di vita e morte, destino, predestinazione e libero arbitrio, esistenza di Dio ed ateismo.
Il costo dei biglietti per gli spettacoli teatrali è di 5 euro e saranno acquistabili esclusivamente presso il botteghino del teatro dell’Unione, in piazza Verdi 10, a Viterbo.
Per informazioni è possibile contattare il numero 388 950 6826, dal martedì al sabato e nei giorni di spettacolo, con orario 10-13 e 15-19, oppure è possibile consultare il sito teatrounioneviterbo.it o i profili social del Teatro.
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