25 Gennaio 2021
Istituzione e gestione di un centro antiviolenza e di una casa rifugio per il sostegno e supporto a donne, sole o con figli minori, vittime di violenza: il Comune di Viterbo (capofila) ha sottoscritto questa mattina l’accordo con l’ATS – Associazione temporanea di scopo – tra la cooperativa sociale Prassi e Ricerca onlus, associazione promozione sociale Kyanos e associazione Ponte Donna. A darne notizia sono il sindaco Giovanni Maria Arena e l’assessore ai servizi sociali Antonella Sberna. Presenti per la firma, oltre al primo cittadino, all’assessore Sberna e al segretario generale del Comune di Viterbo Annalisa Puopolo, la presidente dell’ats (e di Prassi e Ricerca onlus) Antonella Panetta, insieme a Marta Nori (Kyanos) e Carla Centioni (Ponte Donna), referenti del soggetto partner con cui il Comune di Viterbo darà vita alle due strutture, insieme agli altri comuni aderenti (Bomarzo, Celleno, Soriano, Vitorchiano, Bassano in Teverina, Oriolo Romano, Vetralla, Acquapendente, Canepina, Orte, Capranica, Blera, Bassano Romano).
“Un grande sforzo da parte di questa amministrazione per giungere oggi alla firma di questo accordo – ha sottolineato il sindaco Giovanni Maria Arena -. Il lavoro portato avanti con tenacia e caparbietà, in particolar modo dall’assessore Sberna e dagli uffici del settore servizi sociali, ha consentito di raggiungere questo importante risultato. Un progetto che riguarda un ambito particolarmente delicato, a favore delle donne in difficoltà. Per la nostra amministrazione un atto dovuto a cui dare seguito nel più breve tempo possibile”.
“Un grande traguardo – ha spiegato l’assessore Sberna, in prima linea da mesi per seguire il complesso e delicato iter della procedura che ha portato al risultato ottenuto – . Abbiamo da sempre creduto nell’importanza di questo servizio. Ci siamo spesi e battuti fin dal nostro insediamento affinché questo finanziamento non andasse perduto. Abbiamo seguito passo per passo tutte le procedure, avvenute in maniera corretta e trasparente. Ora vogliamo solo che queste due strategiche e preziose realtà, attese da troppo tempo nella provincia di Viterbo, vedano la luce il prima possibile”. A ricostruire parte del complesso percorso è sempre l’assessore Sberna. “Abbiamo lavorato con la Regione Lazio che ha tenuto conto dell’importanza strategica che i centri antiviolenza rivestono sul territorio, e ancor di più, del prevalente interesse pubblico che ciascuna istituzione deve perseguire per la crescita del territorio e lo sviluppo della collettività e ci ha accordato la possibilità di selezionare un nuovo soggetto partner per far partire il progetto. La pandemia ha rallentato tutte le fasi burocratiche. Non appena è stato possibile riprendere le procedure, il consiglio comunale, nella seduta dello scorso 26 novembre, ha approvato la delibera che dava mandato al sindaco di procedere con la firma dell’accordo e dare avvio al servizio.
In tempi record oggi siamo giunti alla sottoscrizione dell’accordo. Un lungo cammino quello intrapreso mesi fa – ha aggiunto e concluso l’assessore Sberna – che finalmente ci sta portando a dare una risposta concreta e fattiva a donne e bambini che purtroppo si trovano ad essere vittime di violenza e si aspettano dalle istituzioni aiuto e protezione”.
Soddisfazione anche da parte delle rappresentanti dell’ats Panetta, Nori e Centioni: “La giornata di oggi rappresenta un grande risultato per tutte le donne di Viterbo e della provincia che finalmente avranno un luogo fisico a cui rivolgersi. Un centro antiviolenza per non essere più sole nei casi di maltrattamento. Da un anno circa abbiamo attivato un servizio h 24 che risponde alle emergenze. Ora le donne della Tuscia avranno un luogo fisico a cui far riferimento. Siamo orgogliose di intraprendere questo percorso in rete, ciascuna con le proprie professionalità e inclinazioni, in un costante rapporto di scambio e di crescita. Il nostro obiettivo sarà inoltre quello di intraprendere sul territorio un capillare percorso di prevenzione, anche attraverso una fitta e consolidata collaborazione con le istruzioni”.
I centri antiviolenza sono strutture in cui sono accolte – a titolo gratuito – le donne di tutte le età ed i/le loro figli/figlie minorenni, che hanno subito violenza o che si trovano esposte alla minaccia di ogni forma di violenza, indipendentemente dal luogo di residenza. Le case rifugio sono strutture dedicate che forniscono alloggio sicuro, a titolo gratuito e indipendentemente dal luogo di residenza, con l’obiettivo di proteggere le donne che hanno subito violenza e i/le loro figli/figlie e di salvaguardarne l’incolumità fisica e psichica.