Cimitero San Lazzaro, viaggio nell’aldilĂ  con il Touring club e la Banda del Racconto

Dopo la singolare esecuzione del “Requiem” di Mozart nel giugno scorso al cimitero di Viterbo, davanti  a oltre quattrocento spettatori, ecco un’altra occasione per ritornare nella “città dei morti”  per una passeggiata, altrettanto singolare, sollecitata dal consolato di Viterbo del Touring Club e “allestita” dalla Banda del racconto, guidata da Antonello Ricci, in collaborazione con il Comune di Viterbo.

Sabato 8 ottobre appuntamento alle ore 16,30 davanti al cancello principale per un giro culturale e artistico tra i sepolcri della zona monumentale (avviata nel 1872 da Virginio Vespignani), ricca di autentiche opere d’arte realizzate tra Otto-Novecento da artisti e marmorari per lo piĂč viterbesi: Monteverde, Corinti (Falocchetto), Bianchini, Jelmoni, Aurelj, Zei, Fasce, Spinedi, Giannini, Gottardi, Nagni, Paccosi, Salcini e numerosi altri.

Le tombe sotto le arcate e le edicole limitrofe dei primi “insediamenti” evocano i nomi di famiglie viterbesi che hanno fatto la storia della città subito dopo l’Unità d’Italia. Citiamo a mente De Parri, Polidori, Grispigni,  Scerra, Bazzichelli, Di Maria, Fani, Carletti, Grandori, Mazzaroni, Capotondi-Calabresi, Balestra, Spinedi, Bordoni-Francesini, Ascenzi, Schenardi, Rossi-Danielli, Prada, Ludovisi, Petroselli ecc.

Poco distanti dal Pincetto (la parte piĂč alta del cimitero) si fanno notare i sepolcri di personaggi che si sono distinti nel campo della letteratura, della musica, del giornalismo, dell’arte, come Cesare Dobici, Francesco Nagni, Fausto Ricci, Enrico Canevari, Sandro Vismara, fino a Pietro Vanni che ha lasciato preziose testimonianze all’interno della chiesa di San Lazzaro.  E ci sono anche le croci di coloro che hanno sacrificato la vita per la Patria, compresa una lapide che ricorda un manipolo di soldati austro-ungarici periti nella Grande Guerra a dimostrazione che la morte  unisce tutti in un unico destino.

Pagina aggiornata il 05/10/2016

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