FERENTO, IN SCENA UN CLASSICO: “TROIANE” DI SENECA

Un classico della drammaturgia antica, “Troiane” di Seneca nella traduzione e adattamento di Fabrizio Sinisi  per la regia di Alessandro MachĂŹa, andrĂ  in scena domani sera, martedĂŹ 24 luglio (inizio ore 21,15) sul palcoscenico dell’antico teatro di Ferento.    Nutrito e di spessore il cast degli interpreti: Edoardo Siravo nella parte di Ulisse, Paolo Bonacelli in quella di Agamennone, Valeria Ciangottini  nelle vesti di Ecuba Alessandra Fallucchi in quelle di Andromaca, Silvia Siravo ed Elena Crucianelli nei rispettivi ruoli di Elena  e Polissena. Lucio Anneo Seneca  Ăš stato un filosofo, drammaturgo e politico romano, vissuto nel I secolo dopo Cristo. Fu attivo in molti campi, compresa la vita pubblica, dove fu senatore e questore, dando un impulso riformatore. Condannato a morte da Caligola ma graziato, esiliato da Claudio che poi lo richiamĂČ a Roma, divenne tutore e precettore del futuro imperatore Nerone, su incarico della madre Giulia Agrippina Augusta. Quando Nerone e Agrippina entrarono in conflitto, Seneca approvĂČ l’esecuzione di quest’ultima come male minore. Dopo il cosiddetto “quinquennio di buon governo” o “quinquennio felice” (54-59), in cui Nerone governĂČ saggiamente sotto la tutela di Seneca, l’ex allievo ed il maestro si allontanarono sempre di piĂč, portando il filosofo al ritiro politico che aveva sempre desiderato. Tuttavia Seneca, forse implicato in una congiura contro di lui (nonostante si fosse ritirato a vita privata), cadde vittima della repressione, e venne costretto al suicidio dall’imperatore.  “Troiane”, opera tragica di ispirazione euripidea, narra le vicende seguite subito dopo la distruzione di Troia da parte dei Greci. In una Troia avvolta dalle fiamme dall’inizio alla fine della tragedia, Seneca mette in scena un universo segnato dal lutto, dalla perdita del controllo sulle passioni, in cui l’umano si afferma soltanto nella sua possibilitĂ  di fare il male. Gli dĂši sono ormai presenze lontane e insignificanti, c’ù solo l’uomo nella sua infinita solitudine e sofferenza. A dominare Ăš la guerra. E la morte: una morte che Ăš anche liberazione dal dolore e dall’assurdo della vita. “Troades” ovvero “Troiane”, che da piĂč parti Ăš stata definita “la piĂč teatrale delle tragedie di Seneca”, rivela una straordinaria modernitĂ  nel rappresentare il demoniaco che abita l’interioritĂ  dell’uomo e il male di cui Ăš capace, grazie anche a una lingua asciutta e affilata e a una struttura che, violando le unitĂ  aristoteliche, si avvicina a una scansione quasi cinematografica della narrazione. Seneca emerge come “nostro contemporaneo” nel ritrarre il rapporto tra la dimensione pubblica del potere e quella privata della paura della morte, e nel dare alla parola una carnalitĂ  e un furore che, lungi da ogni letterarietĂ , riesce a farsi vera e propria “azione”; una testualitĂ  spettacolare che forse Ăš la vera cifra della modernitĂ  del modello tragico proposto da Seneca, dove la tragedia non assolve piĂč a una funzione stabilizzante, ma afferma in sĂ© l’impossibilitĂ  di qualsiasi redenzione. 

 

La stagione, organizzata dal Consorzio Teatro Tuscia, assegnatario del bando del Comune di Viterbo, con la direzione artistica di Patrizia Natale, Ăš realizzata in collaborazione con Archeotuscia onlus, TusciaE20 , e con il sostegno di Ance.

 

Per tutte le informazioni in merito agli spettacoli contattare il 335 474640. Per informazioni riguard anti la biglietteria contattare invece il 328 7750233. Info e aggiornamenti su www.teatroferento.it , pagina Fb teatroferento e sui canali istituzionali del Comune di Viterbo.

Pagina aggiornata il 23/07/2018

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