La mia Francigena. Due scarpe e una borraccia da Proceno a Monterosi
11 Luglio 2018
“La mia Francigena. Due scarpe e una borraccia da Proceno a Monterosi” (ed. Sette Città) sarà presentato giovedì 12 luglio, nella sala Regia di Palazzo dei Priori alle ore 18. Il volume, scritto dal giornalista Stefano Mecorio, rientra nella collana “Guide sentimentali” e, come recita il titolo, racchiude degli “Appunti di viaggio in cammino lungo la Tuscia”. Un libro che nasce dalla necessità di elaborare un lutto, quello per la scomparsa del collega e amico Andrea Arena, con cui due anni fa Mecorio aveva programmato un viaggio a piedi, da Proceno a Monterosi appnto, attraverso la via Francigena, nel tratto viterbese da nord a sud della provincia. “Il progetto parte nell’inverno del 2016 – spiega Mecorio –: mi chiamò Andrea come al suo solito in piena notte. Era l’anno dei cammini, e si era messo in testa di fare questa cosa. Chi ha avuto l’onore di frequentare un po’ Andrea sa bene che la sua mente partoriva un progetto ogni venti minuti, pertanto non gli diedi molto peso. In più poi entrambi avemmo successivi problemi di salute, e quindi la cosa saltò. A distanza di due anni ho ritenuto opportuno colmare quella voragine che ha lasciato in me Andrea cimentandomi proprio nella ‘sua’ Francigena. Che è così diventata la ‘mia’. Mia e di mio padre”. Insieme al padre Dario, Stefano Mecorio compie infatti quella lunga camminata che, oltre a diventare un’utile e ben fatta guida per pellegrini e non, rivela la straordinaria capacità descrittiva di Mecorio e si trasforma in un vero e proprio percorso dell’anima pieno di spunti di riflessione e di sentimento. Quasi novanta pagine in totale, per un’opera, la prima dell’autore, da leggere tutta d’un fiato. Dieci tappe. Si parte da Proceno e cronologicamente si prosegue verso Acquapendente, San Lorenzo Nuovo, Bolsena, parco di Turona, Montefiascone, Viterbo, Vetralla, Capranica, Sutri e Monterosi. Padre e figlio hanno percorso in marzo oltre 150 chilometri, tagliando a metà una provincia inaspettata. “Il ricavato – spiega l’autore – andrà interamente ad Alessandra, la compagna di Andrea, per eventi futuri in memoria dell’Arenone nostro. L’idea è la sua, in fin dei conti. Io mi sono solo ritrovato nei panni del ‘tramite’. Ora starà al lettore appassionarsi sia alla sublime penna di Andrea che magari anche alla Francigena. Due cose lontane, certo. Ma che sicuramente possono solo che fare bene”. In programma diverse presentazioni in giro per la provincia. “Ho distribuito le prime copie omaggio ad amici e a persone che durante il tragitto hanno offerto caffè e panini a noi due sciagurati – chiude Mecorio –. Nemmeno 24 ore dopo mi hanno riempito di telefonate per avere delle copie in vendita nelle loro attività o per delle presentazioni. Mancava qualcosa sulla Francigena, a quanto pare. Andrea ci aveva visto lungo. Stiamo stampando il secondo blocco da 250 copie, il primo è quasi esaurito. Lo si può comunque trovare nelle principali librerie della provincia. E naturalmente da Fernandez, a Viterbo, dove è stato creato. Per le presentazioni ci stiamo organizzando con l’editore, che ringrazio. E ammetto che ho sempre pensato a Viterbo come tappa di partenza. Sono felice di esserci riuscito anche grazie ad Arena, stavolta l’altro. Il nuovo sindaco”.
Alla presentazione saranno presenti il sindaco Giovanni Maria Arena e l’assessore alla cultura Marco De Carolis.
Stefano Mecorio è un giornalista pentito, per sua stessa ammissione, classe 1982. Ha collaborato per quattro anni col giornale cartaceo Il nuovo corriere viterbese e con i siti internet Triple whistle, Culture club Underground, ViterboPost e Viterbonews24.
Nel novembre del 2000 ha vinto il premio letterario Zerilli-Marimò, con riconoscimento ritirato a New York, per la recensione di un libro (La gallina volante, Paola Mastrocola). Prima di approdare al mondo del giornalismo, nel 2008, ha lavorato come cameriere, barman, bibliotecario interattivo, promotore di eventi, giardiniere, direttore artistico, gestore di uno stabilimento balneare, cuoco occasionale, montatore e scaricatore di mobili, commesso, rappresentante, pasticcere, casaro, affittacamere, varie ed eventuali.
Da quattro anni si occupa di agricoltura, principalmente di olio. Di ciliegie, di frutti antichi, di orto, di api e di miele, di piccole costruzioni ecosostenibili. Vive in campagna a Farnese, in provincia di Viterbo, con la moglie Stefania, i mici Tolomeo, Cosarosa e Carletto. Più una dozzina di pecore, qualche somaro amiatino, maiali, il cane Bricchetto, quaglie, conigli, piccioni e galline Moroseta. È innamorato dei Paesi Baschi, ascolta quasi sempre Vinicio Capossela e tenta inutilmente di suonare l’ukulele. “La Mia Francigena. Due scarpe e una borraccia da Proceno a Monterosi”( 2018, edizioni Sette Città) è il suo libro d’esordio e probabilmente anche l’ultimo.
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