L’intervento della sindaca Frontini in occasione dell’evento “Giovani strade per il futuro”

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L'intervento della sindaca Chiara Frontini al Teatro dell'Unione, in occasione dell'evento “Giovani strade per il futuro” promosso dal Parlamento europeo per la Giornata dell'Europa.

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09 Maggio 2025

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La Festa dell’Europa: un giorno che non Ăš solo memoria, ma visione. Un giorno che ci chiede di guardare al passato con gratitudine, al presente con responsabilitĂ  e al futuro con il coraggio di chi sa di poter dar forma alle cose. Oggi siamo qui a celebrare il piĂč grande esperimento istituzionale e sociale mai realizzato: se ci siamo, qua, a fare questo Ăš perchĂ© qualcuno prima di noi lo ha prima immaginato e poi lo ha fatto succedere, con la forza dei rapporti al posto dei rapporti di forza, della diplomazia, la luciditĂ  la concretezza e la capacitĂ  di sognare che solo i grandi leader sanno coniugare. Non Ăš con la nostalgia, nĂ© con la restaurazione che si fa progredire la societĂ , ma con lo sguardo a lunga gittata e la perseveranza, giorno dopo giorno, di perseguire quel cammino fino alla concretizzazione di quel disegno che abbiamo immaginato. E quando quei signori hanno immaginato quella che oggi chiamiamo Unione Europea non l’hanno di certo immaginata come il tempio della burocrazia, come un’idea astratta, come un palazzo a Bruxelles: l’hanno immaginata come una casa comune, costruita su valori condivisi – pace, libertĂ , dignitĂ  umana, giustizia sociale – e sulla volontĂ  di affrontare insieme le sfide del nostro tempo, la pace in primis, quella stessa a cui ieri il nuovo Papa Leone XIV ci ha richiamati con una forza dirompente. Anni fa i leader europei hanno avuto la capacitĂ  di mettere da parte le differenze e le rivendicazioni di due guerre mondiali nate proprio qui, nel vecchio continente, per far sĂŹ che ciĂČ non avvenisse piĂč. E oggi piĂč che mai, in un’epoca attraversata da guerre, crisi ambientali, transizioni complesse e fragilitĂ  sociali, c’ù bisogno di piĂč Europa. Ma non di un’Europa distante o tecnocratica, come a volte viene dipinta, o anche come a volte Ăš. Abbiamo bisogno di un’Europa vicina, concreta, solidale, capace di parlare ai territori e di ascoltare le cittĂ  perchĂ© Ăš dai comuni, dalla prossimitĂ , che le voci dei bisogni a cui dare risposta si fanno piĂč chiare e nitide. A Viterbo, l’Europa Ú visione e concretezza. È visione nel grande progetto di candidatura a Capitale Europea della Cultura 2033. Una sfida entusiasmante, ambiziosa, che stiamo affrontando con passione, serietĂ  e spirito di condivisione. Viterbo ha tutte le carte in regola per rappresentare l’Europa della cultura: una storia millenaria, un patrimonio artistico unico, una vitalitĂ  contemporanea che intreccia innovazione e tradizione, e soprattutto una comunitĂ  pronta a mettersi in gioco. Questa candidatura non riguarda solo un titolo. Riguarda una visione: portare l’Europa nel cuore della cittĂ . Vuol dire aprire Viterbo al mondo, diventare un crocevia di dialoghi, progetti, relazioni internazionali. Ma per riuscirci abbiamo bisogno del sostegno convinto di tutti i livelli istituzionali, dalla Regione al Governo, fino alle istituzioni europee. Antonella, facciamolo! La tua presenza a Bruxelles, la rappresentanza istituzionale in Regione e al Governo, il lavoro che stiamo facendo sulla cittĂ , riconosciuto - e voi lo sapete – a livello nazionale. È un’occasione unica per Viterbo. Non perdiamola, perchĂ© amministrare una cittĂ  europea e avere l’onore di rappresentarla nelle massime istituzioni significa scegliere il bene collettivo, anche quando Ăš meno facile, anche quando richiede tempo, anche quando non dĂ  consenso immediato. Significa avere pragmatismo, ma anche visione. Significa essere custodi del presente e architetti del futuro. Facciamolo perchĂ© la cultura non Ăš qualcosa da contemplare, una gita al museo fuori porta o un concerto a teatro, Ăš una delle leve piĂč potenti per costruire cittadinanza europea, per generare coesione sociale, per creare sviluppo sostenibile. A Viterbo, vogliamo essere parte attiva di questo percorso. Vogliamo che la nostra candidatura a Capitale Europea della Cultura 2033 sia l’occasione per trasformare questa cittĂ  in un laboratorio di buone pratiche, di innovazione culturale, di coesione sociale. Vogliamo che Viterbo sia un esempio di come l’Europa puĂČ entrare nella vita quotidiana, nei luoghi, nei volti, nelle storie delle persone.

E la nostra candidatura Ăš l’occasione per dimostrarlo concretamente. Ma tradurre il progetto europeo in concretezza non Ăš solo cooperazione internazionale, relazioni, sviluppo: Ăš movimento, Ăš il cambiamento che vediamo nelle cittĂ  che hanno saputo cogliere l’opportunitĂ  degli investimenti messi in campo dall’Unione dopo la pandemia che hanno rappresentato una grande, grandissima risposta di politica economica pubblica espansiva, la piĂč grande dopo il piano Marshall, ma con una differenza sostanziale: che ce la siamo fatta da soli. Nessuna superpotenza Ăš venuta in soccorso, siamo stati noi gli investitori di noi stessi, la nostra stessa superpotenza.

E questo fa tutta la differenza del mondo ed Ăš stato possibile grazie al percorso che ci ha portati qui.

Per questo a Viterbo l’Europa Ăš anche concretezza. Viterbo ha colto appieno questa opportunitĂ  che oggi ci permette di dire che l’Europa, a Viterbo, non Ăš solo la visione di prospettiva della candidatura ma Ăš la concretezza di una cittĂ  piĂč dinamica, dove il digitale nei servizi al cittadino Ăš una realtĂ  consolidata, e questo migliora la qualitĂ  della vita quotidiana perchĂ©, banalmente, abbatte le file all’anagrafe. È la concretezza di una cittĂ  dove la mobilitĂ  privata, l’auto privata come unico mezzo di trasporto, non sarĂ  piĂč una via praticamente obbligata per assenza di alternative, ma una scelta, perchĂ© l’intero parco autobus Ăš stato rinnovato, perchĂ© Ăš stata data l’opzione della mobilitĂ  dolce, ciclabile e pedonale, che Ăš allo stesso tempo qualitĂ  della vita e questo Ăš stato possibile perchĂ© abbiamo colto l’opportunitĂ  dei fondi europei. Sono solo due esempi, ma potrei citarne molti altri. Tutti esempi che dimostrano come l’Europa vada sĂ­ difesa a Bruxelles, ma viene costruita ogni giorno nelle nostre cittĂ . E a Viterbo, lo stiamo facendo. Lo facciamo rigenerando i nostri quartieri con fondi europei. Lo facciamo progettando una mobilitĂ  piĂč sostenibile, infrastrutture piĂč moderne, servizi piĂč inclusivi. Lo facciamo formando giovani, imprese, associazioni alla cittadinanza europea. Lo facciamo aprendo le porte alla cooperazione internazionale, ai gemellaggi, ai progetti Erasmus, a ogni strumento che ci permetta di costruire ponti, non muri. Per questo mi preme ringraziare lo splendido lavoro dell’Unitus, del suo rettore Stefano Ubertini, delle scuole e degli insegnanti che verranno premiati tra poco, che stanno facendo un lavoro straordinario sull’integrazione portando centinaia e centinaia di giovani europei a vivere la nostra cittĂ  e altrettanti giovani viterbesi a vivere l’Europa. E allora, in questa giornata che celebra l’unitĂ  nella diversitĂ , mi rivolgo a tutte e a tutti: prendiamoci cura dell’Europa come ci prendiamo cura della nostra cittĂ . Facciamola vivere nelle scelte che facciamo, nelle parole che usiamo, nei ponti che costruiamo. PerchĂ© piĂč Europa non significa meno identitĂ . Al contrario: significa piĂč strumenti, piĂč diritti, piĂč possibilitĂ  per ciascuno di noi. E Viterbo – con la sua storia, il suo patrimonio, la sua gente – sta facendo la sua parte ed Ăš pronta a farla sempre di piĂč.

Viva Viterbo, Viva l’Italia, Viva l’Europa.

Chiara Frontini
Sindaca di Viterbo

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Ultimo aggiornamento: 09/05/2025, 15:10

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