22 Dicembre 2020
Un acchiappasogni per la realizzazione di Metamorfosi. Un’installazione di street art sulla facciata del palazzo del Drago, in via del Ginnasio, sede del settore servizi sociali del Comune di Viterbo, per promuovere un progetto di inclusione, integrazione e socializzazione. Attori principali sette ragazzi dei progetti PAI (piano assistenziale individuale), attivi nel Ser.D. Si tratta di una creazione inedita, colorata, realizzata con le tecniche dell’uncinetto e macramè. Una grande installazione collettiva che raffigurerà il mondo onirico attraverso la realizzazione di acchiappasogni, il sogno come progetto di vita da raggiungere attraverso delle tappe concrete. La visualizzazione artistica del cammino verso una nuova vita, prendendo spunto dalla vita delle farfalle, che attraverso una metamorfosi giungono alla libertà e alla bellezza. Un percorso che va dalla consapevolezza di avere un problema, il sentirsi diversi, l’affidarsi alla cura, alla convinzione che quello che sembra impossibile si possa raggiungere con l’aiuto delle cure e quello di un gruppo positivo. A illustrare nel dettaglio il progetto, patrocinato e sostenuto dal Comune di Viterbo, è l’assessore ai servizi sociali Antonella Sberna, che spiega: “La UOC Dipendenze Patologiche di Viterbo, diretta dalla dottoressa Lagrutta, afferente al Dipartimento Cure Primarie della Asl di Viterbo, diretto dal dottor Cimarello, la Società Cooperativa Sociale La Rondine, l’associazione artistico culturale “Yarn Bombing Viterbo APS”, in collaborazione con il Comune di Viterbo, con l’indispensabile e attiva partecipazione dei ragazzi del centro diurno del Ser.D, hanno dato vita a Metamorfosi, il progetto che ha sperimentato, devo dire con successo, una nuova modalità di inclusione, socializzazione e appartenenza al territorio. Un progetto che unisce il servizio sociale del Comune con il lavoro del Ser.D. In un periodo in cui la pandemia ci ha costretto alla chiusura e all’impossibilità di realizzare attività socializzanti, i lavori ideati e creati dai ragazzi all’interno del centro possono così essere mostrati alla città e diventare parte integrante degli addobbi natalizi”.
A coordinare i lavori manuali l’associazione artistico culturale Yarn Bombing Viterbo APS, guidata da Roberta Sperduti. “Ringrazio la cooperativa La Rondine, nelle persone di Sara Cappellone, Gianfranco Fragomeni e Gelsa Cordovani che mi hanno affiancato nel lavoro con i ragazzi. Grazie all’assessore Antonella Sberna e al suo staff per aver appoggiato la nostra idea e per averci aiutato con i mezzi necessari alla realizzazione. Ci tengo a precisare che i ragazzi hanno imparato a muovere i loro passi da soli e che l’installazione è stata creata interamente dalle loro mani e dalla loro creatività. L’associazione Yarn Bombing Viterbo ha solo veicolato il processo di realizzazione di “Metamorfosi”, rispettando alla lettera tutte le norme vigenti sul distanziamento. Metamorfosi è bellissima, colorata, disordinata e vera, è lo specchio del cuore di chi l’ha realizzata. Sono emozionata a vedere concretizzato questo progetto, il primo, spero di molti altri a venire”. Parole di ringraziamento e soddisfazione anche da parte del presidente della cooperativa La Rondine Domenico Mattucci. “La Rondine ringrazia tutti coloro che hanno collaborato a questa iniziativa. Un’installazione di street art realizzata dagli utenti dei PAI del Ser.D di Viterbo che la cooperativa gestisce. Con la Asl, il Comune e Yarn Bombing Viterbo abbiamo costruito una rete sul territorio, fondamentale per i pazienti che finalmente possono usufruire di più opportunità e sentirsi realmente integrati con il contesto sociale cittadino. Un momento importante questo che ci permette di lavorare sinergicamente tra enti, associazioni e territorio”.
“Quando è stato proposto il progetto – ha spiegato lo psicologo Gianfranco Fragomeni della stessa cooperativa La Rondine – le persone partecipanti ai PAI hanno avuto una sola risposta: “non siamo capaci”. Con questo presupposto si è dato inizio al sogno per l’installazione di street art. Nel tempo si è potuto sperimentare come l’affidarsi e il fidarsi possa dare un senso al cambiamento: ed ecco “la metamorfosi”. Le persone sono riuscite, attraverso il sacrificio, la sperimentazione e la conseguente soddisfazione a scoprire capacità nuove. Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno permesso che il “non siamo capaci” sia diventato “siamo capaci”.
Infine, le parole di uno dei sette protagonisti del progetto: “Salve, mi chiamo M. e ho finito la comunità da quattro anni. Ho fatto volontariato alla mensa Caritas e al canile, ma da quando hanno riaperto questo centro sono come rinato. So che i giorni che vado sono impegnato e mi ci trovo benissimo. Trovo soddisfazione in quello che stiamo facendo. Ho trovato dei veri amici. Spero vivamente che questo centro rimanga attivo. Buone Feste”.